"Che ora è" al Teatro Comunale
20-05-2017
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Teatro di Bo'
di Franco Di Corcia jr
presenta
1992-2017 25 anni dalla Strage di Capaci
Maartedì 23 maggio ore 21.00 al Teatro Comunale
Dedicato a Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Paolo Borsellino e agli uomini della scorta
CHE ORA E'?
Messa in scena a cura degli allievi attori dei Laboratori Teatrali
Testo e Regia di
Franco Di Corcia jr
Biglietto Unico €5,00
Si consiglia la PRENOTAZIONE.
PREVENDITA fino ad esaurimento posti.
Associazione Culturale e Teatrale I Pensieri di Bo'
Segreteria Teatro: Cell. 371.1272850
www.pensieridibo.org
email: info@pensieridibo.org
Appunti di Viaggio a cura di Carlotta Zanobini
Che ora è? E' l'ora di metterci la faccia, il cuore, l'anima come faranno gli allievi dei Laboratori Teatrali de I Pensieri di Bo' con la regia di Franco Di Corcia jr, sorprendete e mai banale.
E' l'ora di parlare, gridare, urlare l'indecenza, la sofferenza, l'irriverenza dei sorprusi giornalieri, scaramucce, piccole cose fino ai delitti, alle faide disputate ai vertici della cupola!
Parlare, parlare di mafia dunque, dire, raccontare di cosa è capace solo così, con la dovuta conoscenza possiamo veramente sapere da quale parte stare!
E' il 'dovere della memoria'. E' nostro dovere rinconquistare quella dignità offesa, perchè siamo giovani, perchè abbiamo una terra, un amore, delle promesse e sopratutto dei figli da difendere e sopratutto da non deludere.
Lo spettacolo è emozionante sopratutto per il modo in cui i giovani attori allievi 'raccontano' la loro verità.
Suggestivo è il riproporsi di stralci ricavati dai vari TG del tempo che annunciavano la tragedia della morte del giudice Falcone, di sua moglie e della scorta e questo ripetersi, sovrapporsi di voci simboleggia il ripetersi delle stragi, così come si ripete la corruzione e come si ripetono le morti!
Solo il dolore si rinnova ogni volta ed ogni volta diventa più intenso!
Il Teatro permette di mediare tra la crudeltà della realtà e la speranza di un mondo doverso, lo spettacolo Che Ora è? getta un altro seme nel nostro intimo e privato orto, non perdiamolo! Non seppelliamolo come un'altra vittima, lasciamo che germogli nella voglia di non arrenderci di fronte alle tante ingiustizie.
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